Uno dei più diffusi errori concettuali sui siti web dei professionisti, particolarmente nell’area giuridica, è la trasposizione passiva delle cosiddette “news” provenienti da una fonte esterna. Che il professionista debba tenersi aggiornato è più che sacrosanto, è vitale. La questione qui è diversa: se sia in qualche modo qualificante, agli occhi del cliente, trovare le news sul sito del professionista.
La loro presenza è regolare nei siti realizzati da società che attingono alla produzione editoriale interna. C’è anche di peggio: esiste un portale giuridico che promette siti “personalizzati e originali” a poco più di 100 euro. Sull’originalità non c’è da dubitare, basta guardare le case history che compaiono sul portale: un sito non esiste più, un altro non ha niente ha che vedere con il professionista cui è intestato. Ma soprattutto mi preme citarne uno che è funzionale all’argomento di cui mi sto occupando. Il link conduce alla pagina di un avvocato, e dopo la rituale immagine con bilancia e mano che scrive, oltre che dopo l’incontrovertibile ragione per la quale bisognerebbe rivolgersi a quell’avvocato invece che ai concorrenti (“disponibilità, correttezza e competenza al vostro servizio”: chi potrebbe resistere?), si arriva al fiore all’occhiello delle news nella parte inferiore. Eccole:
NEWS GIURIDICHE
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Per chi non lo sapesse il “lorem ipsum dolor sit amet” è il testo nonsense (ciceroniano ma in parte intervallato da inserti scherzosi) che i tipografi un tempo e i programmatori oggi usano per prove o bozzetti, in attesa di sostituirlo coi brani definitivi. Siccome l’avvocato evidentemente non aveva il tempo di completare i testi, il “lorem ipsum” occupa anche gli spazi delle “utilità”e dei “casi trattati dallo studio”. Queste sono dunque le credenziali che l’avvocato esibisce a chi raggiunge il suo sito (e quelle che chi ha realizzato il sito esibisce per attestare la qualità propria). E’ palese che un sito web in quelle condizioni è addirittura dannoso, e meglio avrebbe fatto l’avvocato a limitarsi alla pubblicazione di nome, cognome e indirizzo sulle pagine gialle (anche se nessuno in questo modo avrebbe appreso che è corretto e competente…)
Usciamo ora dal grottesco per dedicarci a quanto interessa il professionista medio. Se non si ha intenzione di dedicare nemmeno un minuto al sito è il caso di farne a meno. E’ un errore, ma non tanto quanto metterlo in rete e mandarlo alla deriva. Certo, anche nella staticità si può fare meglio del caso descritto, ma il valore del sito web è pesantemente decurtato in partenza se non prevede nessuna forma di dinamismo.
Ecco: le “news” che scorrono mandate in automatico (spesso anche con una grafica oscena) sono una forma di impegno? La risposta è: no, nemmeno un po’. E’ appena meglio del “lorem ipsum”. Si potrebbe definire un servizio alla clientela, o al pubblico. Ma non credo che nessuno se ne serva con questo fine, che del resto il pubblico potrebbe soddisfare con altri siti specializzati.
L’avvocato (o il commercialista o il notaio) dovrebbe prendersi la briga di selezionare le news, come minimo. E dimostrare che ha più competenza di una bacheca. Sono preferibili due news al mese, commentate con personalità dal professionista, delle migliaia che scorrono anonime e uguali per tutti quelli che hanno aderito al servizio. Beninteso, la scelta dovrebbe essere funzionale a un piano editoriale pensato su misura degli obiettivi di quel professionista: e questo è l’unico modo per ottenere quella “ottimizzazione” sui motori di ricerca che i venditori di massa dei siti pure promettono (ma che certo le news non favoriscono in alcun modo, e talvolta possono finanche penalizzare).
E se poi, con l’occasione, trovassimo anche un sostantivo meno abusato di “news”?
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